martedì 21 novembre 2017

Botta&Risposta: Interviste fantascientifiche con Laura Facchi

INTERVISTA A LAURA FACCHI

Bentrovati amici di Everpop! La giornata di oggi inizia in compagnia di Laura Facchi e del suo nuovo romanzo per ragazzi Il giglio d'oro, edito De Agostini!

IL GIGLIO D'ORO di Laura Facchi
                                                                                                                  
EDITORE: DeA Planeta Libri | GENERE: Fantascienza
PAGINE: 330pp | TITOLO ORIGINALE: Il giglio d'oro
USCITA:  03 ott 2017 | PREZZO: € 14,90 | EBOOK: € 6,99
                                                                                                                  

TRAMA
Occhi viola come uno smalto Chanel, capelli bianchi come il ghiaccio e una strana macchia dorata a forma di giglio sulla spalla. Astrid è diversa da tutte le ragazze che conosce e l’ha sempre saputo. Per lei quel fiore che brucia sulla pelle è solo una delle tante stranezze che la rendono un tipo da cui è meglio stare alla larga. Nasconderlo è l’unico modo per sentirsi normale. Anche Kami, a miliardi di chilometri di distanza, vorrebbe sentirsi normale. È il figlio del tiranno di Lundea, che ha messo in ginocchio il pianeta, e cerca un modo per riscattare se stesso e il suo popolo. Kami e Astrid non si conoscono, ma sono più simili di quanto potrebbero mai immaginare. Perché Lundea e la Terra sono pianeti gemelli, uniti da un legame indissolubile di energia. Ogni volta che sulla Terra nasce una persona, ne nasce una anche su Lundea, e quando muore, anche il suo doppio subisce la stessa sorte. Nessuno è immune a questo meccanismo, tranne i Gigli d’Oro. Esseri unici e straordinari che ormai stanno diventando sempre più rari. E mentre Kami cerca il Giglio d’Oro che possa salvare la sua gente, Astrid, sulla Terra, scopre l’amore, proprio quando una verità eccezionale e spaventosa la scaraventa sull’orlo di un baratro in fondo al quale la attende una scelta dolorosa. La più dolorosa di tutta la sua vita.
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BOTTA&RISPOSTA
                                                                       

QUEST

Partiamo parlando della tua protagonista: Astrid. Il suo è un personaggio davvero ben caratterizzato, progettato per sembrare il ritratto di una persona realmente esistente, e questo non è certo semplice. Mi viene quindi da chiederti, rispetto alla tua idea iniziale, rispetto alle prime bozze, quanto e come è cambiato e si è evoluto il suo personaggio?

LAURA

Astrid non tanto in realtà. Nella prima bozza, che era appunto riferita ad un pubblico di bambini, aveva 8 anni però in lei cominciavano ad esserci già tutte le caratteristiche che ritroviamo nel personaggio finale, come la sua intelligenza ad esempio. Il suo è uno di quei personaggi che ho sentito vicino sin da subito, a differenza di Kami. Forse all’inizio era molto più cerebrale, pensava tantissimo ed era piena di dubbi e paranoie. Era molto simile a me, ecco. Era troppo chiusa in se stessa inizialmente e questo non andava assolutamente bene per una ragazzina di sedici anni come lei. Ho cercato quindi di tirar fuori tutta la sua freschezza e ridurre al minimo questa sua “pesantezza” che però è comunque un suo tratto caratterizzante. Questo ha portato alla sua evoluzione che ha portato con se l’ironia che inizialmente ad Astrid mancava.

QUEST

E per quanto riguarda Kami invece?

LAURA

Kami non c’era nella primissima versione, quella ancora sul mio pc che non vedrà mai la luce. Lui non c’era perché la mia idea che tutto si svolgesse sulla Terra, ma quando poi sono passata alla fase di ideazione, durante una riunione mi balzò alla mente l’idea che poteva esistere una controparte lundeana, quello che poi ha preso il nome di Kami, per l’appunto. La storia era già stata delineata, si trattava solo di inserire la figura della controparte, un personaggio che dovevo far nascere da zero. Tirarlo fuori a metà dell’opera è stato piuttosto difficile perché da un lato avevo già una protagonista ben strutturata e definita, anche se devo ammettere che è stato piuttosto divertente far nascere da zero un ragazzo, di cui ho dovuto indossare i panni e vivere la sua storia. Il resto l’ha fatto lui, sviluppando da solo la sua sicurezza e il suo coraggio.

QUEST

Com’è nata invece Lundea, questo mondo parallelo?

LAURA

Be’ è nata così, d’improvviso, una sera qualunque. Devo ammettere che non ho mai letto molta fantascienza, però le pochissime cose che ho letto mi sono sempre molto piaciute. Era da un po’ che mi ripetevo che mi sarebbe molto piaciuto esplorare quel genere e provare a scrivere un racconto di fantascienza. All’inizio quindi era un semplice racconto, fatto di mondi paralleli e doppi, di cui mi sono innamorata parola dopo parola e questo ha fatto sì che il racconto divenisse ben presto romanzo.

QUEST

Quali fattori del mondo reale hanno influenzato la creazione di questo mondo fantastico?

LAURA

Be’..tutti quelli che odio! Se ci pensate Lundea è proprio l’utopia, un luogo fantastico dove mi piacerebbe vivere perché non esistono inquinamento ne razzismo e nemmeno la povertà. Ovviamente anche su Lundea ci sono problemi di gestione, però rimane comunque un luogo che si è sviluppato in maniera completamente diversa dal nostro.
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QUEST

Quali fattori del mondo reale hanno influenzato la creazione di questo mondo fantastico?

LAURA

Be’..tutti quelli che odio! Se ci pensate Lundea è proprio l’utopia, un luogo fantastico dove mi piacerebbe vivere perché non esistono inquinamento ne razzismo e nemmeno la povertà. Ovviamente anche su Lundea ci sono problemi di gestione, però rimane comunque un luogo che si è sviluppato in maniera completamente diversa dal nostro.

QUEST

Come mai hai deciso di alternare la narrazione dalla prima alla terza persona?

LAURA

Be’ in realtà sin da quando è arrivato Kami ho iniziato a pensare se far parlare anche lui in prima persona, ho però subito capito che qualcosa sarebbe andato storto. In primo luogo volevo sottolineare il fatto che fosse Astrid la protagonista, e poi in secondo luogo avvalendomi della terza potevo spiegare alcune cose di Lundea che se avessi usato la prima non avrei potuto usare. La terza persona insomma mi ha permesso di spiegare Lundea, cosa che con la prima persona sarebbe stato difficile perché avrei dovuto raccontare il pianeta dal punto di vista di Kami, ma lui è un lundeano e quindi certe cose non le avrebbe spiegate con il giusto interesse. E poi devo ammettere che questo cambio mi piaceva, entrare dentro il personaggio protagonista e poi tenersene un po’ fuori.

QUEST

Diversità e accettazione sono i punti cardini del tuo romanzo, ma risulta spontaneo chiedersi quale fosse in partenza il messaggio che volessi passare ai tuoi lettori.

LAURA

Volevo comunicare ai lettori che è importante credere in se stessi, che la forza che si ha dentro, il giglio d’oro che si nasconde, è in realtà la nostra più grande potenza. Spesso le cose che abbiamo paura possano passare per oggetto di derisione, sono quelle che ci portano a volare. Bisogna avere il coraggio di svestire i panni ordinari del gruppo ed essere se stessi.

QUEST

La scelta di avere un finale chiuso, ma che in realtà è anche aperto, è perché pensi che in futuro potremmo nuovamente tornare su Lundea e leggere dei due protagonisti?

LAURA

Devo dire che all’inizio per me il finale poteva tranquillamente essere un finale chiuso, però mi rendo conto allo stesso tempo che dall’altra parte c’è un pianeta agonizzante che ha tanto altro da dire, e insomma ho tante altre cose in mente che vorrei accadessero, ma questo dipende dai lettori e da quanto il libro riesca a conquistare la loro fiducia.

QUEST

Passiamo a qualche domanda sulla tua carriera da scrittrice. Poiché prima di questo romanzo hai scritto libro completamente diversi, risulta spontaneo chiedersi come mai tu sia approdata a questa storia per ragazzi. Cosa ti ha spinta a scrivere questo romanzo YA?

LAURA

Non mi ha spinto niente a scrivere questo nuovo genere, è arrivato un po’ per caso. Diciamo che è cambiata una gran cosa nella mia vita in questi anni: sono diventata una madre, per cui diventare una madre significa veder la propria libreria mutare e riempirsi di libri sempre nuovi e diversi: prima gli albi illustrati, poi i libri per ragazzi, e così via. Sono entrata così in questo meraviglioso mondo che prima non conoscevo e questo ha fatto sì che l’immaginazione si aprisse in spazi tutti nuovi, senza che me ne rendessi conto. Un giorno mi è quindi venuta questa idea, l’idea di questo pianeta parallelo, e da lì si è generato tutto, perché solitamente succede sempre così, arriva l’idea e tu non puoi far altro che star lì a pensare e pensare. Insomma, questa storia è nata così, un po’ per caso, non è stata una decisione cosciente, si è palesata e mi sono quindi ritrovata a scriverla tutta. C’è poi da dire che inizialmente non doveva essere un libro per ragazzi, ma bensì un libro per bambini, che si intitolava comunque Il Giglio D’oro, di cui ho scritto ben 350 pagine, che poi ho dovuto riscrivere per riadattarlo ad un pubblico più maturo. Per la prima volta mi sono ritrovata a stendere persino una scaletta, cosa che non avevo mai fatto prima! E’ stato davvero bello, anche se molto impegnativo.

QUEST

Per la prima volta hai utilizzato una scaletta, ma com’è il tuo processo creativo di solito? Ti è mai capitato inoltre il “blocco dello scrittore”? Se sì, cosa fai per farlo passare?

LAURA

Tendenzialmente quando arriva butto giù stupidaggini. Cerco sempre di scrivere, anche se sono poco ordinata, anzi caotica in realtà, non riesco a dirmi “ok ora scrivo dalle nove fino alle cinque”. Mi piacerebbe diventare ordinata in questo senso e devo dire che questo romanzo mi ha spinto molto in quella direzione. Per la scaletta devo ammettere che ho avuto qualche problema all’inizio, continuavo a ripetermi che non mi serviva ma che anzi potevo continuare a seguire il metodo di sempre, fin quando poi non mi sono resa conto che una scaletta era necessaria per non perdermi, ma a metà dell’opera, per non perdermi.

QUEST

Quanto tempo hai impiegato per tirar fuori questo romanzo?

LAURA

Dipende…Se consideriamo quel primo romanzo che ho scritto e poi buttato via, per poi riscriverlo da capo, tenendo conto poi di tutte le riscritture, direi un anno e mezzo o forse più. Se invece consideriamo la prima bozza di questo romanzo, una decina di mesi, nei quali il lavoro più intenso è stato quello di revisione. 

QUEST

Quali sono le tue fonti di ispirazione? Sia come scrittrice che come lettrice?

LAURA

Sono caotica anche in questo! Non riesco a seguire un solo filone o un solo genere, ma mi lascio attrarre da diverse cose. Ho da poco finito un romanzo spagnolo, che mi è piaciuto moltissimo, mentre ora sto leggendo un librone di una scrittrice hawaiana; ancor prima, due settimane fa, ho letto Hunger Games per intero, visto che non l’avevo mai letto ma ero piuttosto curiosa. Come vedi sono piuttosto caotica, ma mi lascio incuriosire, mi piace molto quando un libro riesce ad incuriosirmi ancor prima di leggerlo. L’ispirazione è lo stesso, è ovunque! Io però seguo sempre le mie idee, sono una vera e propria fabbrica di idee, anche se nella stragrande maggioranza dei casi sono da prendere e buttare via, quando arriva quella giusta, quella che riconosco essere interessante, la coltivo sino in fondo, dal mattino alla sera.

QUEST

Mi ha incuriosito molto il fatto che tu abbia scelto come protagonista una ragazza con un tratto distintivo, il giglio, ben visibile che lei cerca in ogni modo di nascondere, perché potrebbe in qualche modo metterla in situazioni poco piacevoli. Questa è una cosa molto attuale se si pensa ad adolescenti ed adulti che pur possedendo un tratto distintivo, che al 99% non piace, cercano in tutti i modi di nasconderlo. Volevo per questo chiederti quanto ci fosse di te e della te stessa adolescente in questa tua scelta.

LAURA

Be’ c’è sicuramente qualcosa di me e del mio passato da adolescente. Mi viene giusto in mente che per un certo periodo ho sempre portato una frangia di capelli che mi schermava e mi nascondeva dal resto del mondo, e c’era mio padre che mi diceva “hai degli occhi bellissimi, scoprili!”. C’è quindi sicuramente molto di me, delle mie paure e delle mie insicurezze, ma anche molto di tutti noi, perché almeno una volta nella vita abbiamo tutti provato questa paura di esporci, di non sentirci adatti ed essere quindi incompresi e quindi presi in giro.

QUEST

Com’è nata la tua passione per la scrittura? Quando hai iniziato a scrivere per davvero?

LAURA

Quando ero molto giovane, per una noiosa malattia sono dovuta rimanere tanto in casa e quindi lontana da scuola. In quel periodo leggevo tantissimo, passavo ore ed ore a leggere ogni singolo libro trovato per casa. Credo che la mia passione sia nata e sbocciata in quel momento. Mi piaceva scrivere tanto i temi, tenere un diario segreto, cose del genere; da lì poi ho iniziato a comprendere la differenza tra la scrittura privata e quella pubblica, che è stato l’input che mi ha portato ad appassionarmi alla scrittura. E’ nata così, in maniera semplice.


Per oggi è tutto, viaggiare per mondi paralleli e scoprire forme di vita non molto diverse da noi mi affascina non poco e quindi spero di poter leggere una nuova storia di Laura ambientata in questi fantastici mondi. E voi?
See you soon! -Lewis

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