lunedì 24 luglio 2017

Pensieri a Fumetti: Mercurio Loi - Il Piccolo Palcoscenico di Alessandro Bilotta e Onofrio Catacchio (Recensione)


Bentrovati amici di Everpop in questo ultimo lunedì di luglio (di già?). Quest'oggi torna a farci compagnia uno dei personaggi più interessanti del panorama fumettistico italiano, l'eccelso professor Loi!





MERCURIO LOI - IL PICCOLO PALCOSCENICO
di Alessandro Bilotta e Onofrio Catacchio
                                                                                           

TITOLO ORIGINALE: Mercurio Loi #3

EDITORE: Sergio Bonelli Editore

GENERE: Mistery

PAGINE: 98pp

PREZZO: 4,90€

USCITA: 22 lug 2017


TRAMA

Il burattinaio Augustino vuole realizzare il burattino perfetto e vuole costruirlo con le sembianze di Mercurio Loi. Ma mentre il pupazzo prende forma, tutte le doti e le capacità di Mercurio sembrano svanire... È questo l’intreccio alla base del nuovo numero di Mercurio Loi di Alessandro Bilotta, Il piccolo palcoscenico. Disegnato da Onofrio Catacchio, l’albo arriva in edicola e in fumetteria a partire dal 22 luglio come nuova avventura del professore con il pallino del mistero nella Roma papalina. Una storia che si snoda tra spettacoli di burattini e colloqui per trovare un nuovo domestico (ma dovrà essere impeccabile), furti misteriosi e tenebrose wunderkammer, oggetti rari e preziosi come uova che contengono mercurio e bronzi che raffigurano Mercurio alato… Tutto questo mentre l’altro Mercurio, il nostro professor Loi, tenterà di capire perché tutte le sue capacità vanno affievolendosi giorno dopo giorno, come se venissero lentamente risucchiate dal pupazzo con le sue fattezze.

MY POINT OF VIEW
                                                                     
                                           

Quella di Mercurio Loi è una serie senza ombra di dubbio stupefacente. Basti pensare in primo luogo alle arie, ai temi e alle sfumature delle singole e varie trame che compongono la serie. Ogni volume si caratterizza per aspetti e tematiche diverse, così come le storie di vita che volume dopo volume il buon Alessandro Bilotta mette in scena (ed è il caso di usare questo termine perché il suo è un vero e proprio lavoro da regista). Dopo le bugie ed i misteri dello scorso volume, stavolta l'autore cala la dose di mistero, molto forte nel volume precedente, per adattarla ad una storia di vita quotidiana, anzi all'intreccio di storie di vita quotidiana. 

In questo volume tutta la trama ruota attorno (si fa per dire, visto che l'attenzione viene sempre focalizzata sul personaggio di Mercurio) alla figura di Augustino, che sogna di realizzare il burattino perfetto. Come riuscirci? Be' ovviamente ispirandosi ad uno degli uomini più eccelsi di Roma, che in qualche modo la perfezione riesce a vestirla. Un'impresa ardua, quella di riversare ogni caratteristica del geniale Mercurio, ma non per questo impossibile: infatti dopo aver ammirato e rimirato il professore in ogni singolo momento il burattinaio ci riesce, a discapito dello stesso Loi, che si ritrova improvvisamente privo di ogni sua caratteristica peculiare. Realtà o semplice fantasia?

Be' non è molto difficile scovare la realtà, soprattutto se si parla di Mercurio Loi, in questa Roma affascinate e misteriosa, provocante ed ammaliatrice. Alessandro Bilotta infatti riesce ancora una volta a focalizzare la sua attenzione non tanto sulla via del mistero percorsa anche stavolta dal professor Loi, quanto più sui svariati aspetti della vita quotidiana che, come in un puzzle complesso ma meraviglioso, compongono le diverse storie. Quello che lo sceneggiatore tiene a sottolineare non sono tanto gli aspetti storici che caratterizzano la storia, quanto invece la vita quotidiana di tutti i giorni, quelle storie che normalmente passerebbero inosservate, ma che comunque contribuiscono a comporre il quadro generale dell'opera stessa. Sono tutte quelle persone comuni, sarti, artigiani, burattinai, persone come tante altre ad attirare l'attenzione dello sceneggiatore, che a partire da queste storie "semplici" riesce a tirar fuori qualcosa di unico e spettacolare. Con grande abilità l'autore ci presenta un gruppo di personalità sparute, caratterizzati sin nel dettaglio, pur trattandosi di personaggi che forse non rivedremo più, riuscendo inoltre allo stesso tempo riesce ad aggiungere sempre nuovi tasselli e informazioni a quei personaggi che ormai stiamo imparando a conoscere ed amare. Nuova piacevolissima scoperta di questo volume è senza dubbio Leone che, da buon ladro, riesce a rubare l'attenzione del lettore, sottraendola con grande abilità dalle mani del gran professore.

Ad accompagnare stavolta il buon Bilotta nella creazione della storia c'è Onofrio Catacchio, che con i suoi disegni sottolinea il cambio di registro che avviene all'interno del volume. Così come la trama, che volge verso un'evoluzione più spontanea e quotidiana, depredata in minima parte di quel forte alone di mistero che caratterizzava i volumi precedenti, così anche i disegni volgono verso uno stile differente da quello di base di Matteo Mosca. Il tratto raffinato di Catacchio si palesa attraverso una linea precisa e sicura, a volte anche un po' minimalista, ed acquista maggior valore grazie alla colorazione ad opera di Erika Bendazzoli che come i colleghi che l'hanno preceduta riesce a ricalcare le tinte misteriose che ormai simboleggiano quest'opera.
Dopo questo terzo volume quello che era solo una speranza si è tramutata di già in una conferma: la serie merita e quindi merita di esser letta. Io ovviamente sono in trepida attesa del quarto volume. Chissà cosa scopriremo nel prossimo volume...be' per scoprirlo, dovremo rimanere sintonizzati!
See you soon! -Lewis

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